Le tue carezze timide, un po' goffe, purtroppo brevi, mi provocavano sempre due effetti: la pelle d'oca e l'indurimento dei capezzoli. Non so perché, non so percome, tu eri l'unico - dei tanti, troppi, che ci provavano e in parte ci riuscivano - a non infastidirmi. Mi turbavi, invece. Dentro di me, nella parte più nascosta di me, quella che celavo sotto uno strato di ipocrisia e di repressione interiore, sapevo che mi piaceva, e mi piaceva pure tanto. Ma non potevo dirtelo, non dovevo darlo a vedere, non si doveva sapere in giro.
Mi sfottevate, in classe. Dicevate che sembravo una femminucc